TITUS
Brunetto Latini, La Rettorica
Part No. 4
Section: 4
Line: 3
Tullio.
Line: 4
Dunque
se
noi
volemo
considerare
il
principio
Line: 5
d'
eloquenzia
la
quale
sia
pervenuta
in
uomo
per
arte
Line: 6
o
per
studio
o
per
usanza
o
per
forza
di
natura,
noi
Line: 7
troveremo
che
sia
nato
d'
onestissime
cagioni
e
che
ssia
Line: 8
mosso
d'
ottima
ragione.
Chapter: II
Acciò
che
fue
un
Line: 9
tempo
che
in
tutte
parti
isvagavano
gli
uomini
per
Line: 10
li
campi
in
guisa
di
bestie
e
conduceano
lor
vita
in
Line: 11
modo
di
fiere,
e
facea
ciascuno
quasi
tutte
cose
per
Line: 12
forza
di
corpo
e
non
per
ragione
d'
animo
;
et
ancora
Line: 13
in
quello
tempo
la
divina
religione
né
umano
officio
Line: 14
non
erano
avuti
in
reverenzia.
Neuno
uomo
avea
veduto
Line: 15
legittimo
managio,
nessuno
avea
connosciuti
certi
Line: 16
figliuoli,
né
aveano
pensato
che
utilitade
fosse
mantenere
Line: 17
ragione
et
agguallianza.
E
così
per
errore
e
per
Line: 18
nescitade
la
cieca
e
folle
ardita
signoria
dell'
animo,
Line: 19
cioè
la
cupiditade,
per
mettere
in
opera
sé
medesima
Line: 20
misusava
le
forze
del
corpo
con
aiuto
di
pessimi
seguitatori.
Paragraph: 1
Page: 18
Line: 1
Lo
sponitore.
Line: 2
In
questa
quarta
parte
del
prologo
vogliendo
Tulio
Line: 3
dimostrare
che
eloquenzia
nasce
e
muove
per
cagione
e
Line: 4
per
ragione
ottima
et
onestissima,
sì
dice
come
in
alcuno
Line: 5
tempo
erano
gli
uomini
rozzi
e
nessci
come
bestie
;
e
dell'
Line: 6
uomo
dicono
li
filosofi,
e
la
santa
scrittura
il
conferma,
Line: 7
che
egli
è
fermamento
di
corpo
e
d'
anima
razionale,
la
Line: 8
quale
anima
per
la
ragione
ch'
è
in
lei
àe
intero
conoscimento
Line: 9
delle
cose.
Paragraph: 2
Onde
dice
Vittorino
:
Sì
come
menoma
Line: 10
la
forza
del
vino
per
la
propietade
del
vasello
nel
Line: 11
quale
è
messo,
cosìe
l'
anima
muta
la
sua
forza
per
la
Line: 12
propietade
di
quello
corpo
a
cui
ella
si
congiunge.
Et
però,
Line: 13
se
quel
corpo
è
mal
disposto
e
compressionato
di
mali
Line: 14
homori,
la
anima
per
gravezza
del
corpo
perde
la
conoscenza
Line: 15
delle
cose,
sì
che
appena
puote
discernere
bene
da
Line: 16
male,
sì
come
in
tempo
passato
nell'
anime
di
molti
le
Line: 17
quali
erano
agravate
de'
pesi
de'
corpi,
e
però
quelli
uomini
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Line: 1
erano
sì
falsi
et
indiscreti
che
non
conosceano
Dio
né
lloro
Line: 2
medesimi.
Onde
misusavano
le
forze
del
corpo
uccidendo
Line: 3
l'
uno
l'
altro,
tolliendo
le
cose
per
forza
e
per
furto,
luxuriando
Line: 4
malamente,
non
connoscendo
i
loro
proprii
figliuoli
Line: 5
né
avendo
legittime
mogli.
Paragraph: 3
Ma
tuttavolta
la
natura,
Line: 6
cioè
la
divina
disposizione,
non
avea
sparta
quella
bestialitade
Line: 7
in
tutti
gli
uomini
igualmente
;
ma
fue
alcuno
savio
Line: 8
e
molto
bello
dicitore
il
quale,
vedendo
che
gli
uomini
Line: 9
erano
acconci
a
ragionare,
usò
di
parlare
a
lloro
per
recarli
Line: 10
a
divina
connoscenza,
cioè
ad
amare
Idio
e
'l
proximo,
sì
Line: 11
come
lo
sponitore
dicerà
per
innanzi
in
suo
luogo
;
e
perciò
Line: 12
dice
Tulio
nel
testo
di
sopra
che
eloquenzia
ebbe
cominciamento
Line: 13
per
onestissime
cagioni
e
dirittissime
ragioni,
Line: 14
cioè
per
amare
Idio
e
'l
proximo,
ché
sanza
ciò
l'
umana
Line: 15
gente
non
arebbe
durato.
Paragraph: 4
Et
là
dove
dice
il
testo
che
Line: 16
gli
uomini
isvagavano
per
li
campi
intendo
che
non
aveano
Line: 17
case
né
luogo,
ma
andavano
qua
e
là
come
bestie.
Paragraph: 5
Et
Line: 18
là
dove
dice
che
viveano
come
fiere
intendo
che
mangiavano
Line: 19
carne
cruda,
erbe
crude
et
altri
cibi
come
le
fiere.
Paragraph: 6
Line: 20
Et
là
dove
dice
«tutte
cose
quasi
faceano
per
forza
e
Line: 21
non
per
ragione
»
intendo
che
dice
«quasi
»
ché
non
faceano
Line: 22
però
tutte
cose
per
forza,
ma
alquante
ne
faceano
Page: 20
Line: 1
per
ragione
e
per
senno,
cioè
favellare,
disiderare
et
altre
Line: 2
cose
che
ssi
muovono
dall'
animo.
Paragraph: 7
Et
là
dove
dice
che
Line: 3
divina
religione
non
era
reverita
intendo
che
non
sapeano
Line: 4
che
Dio
fosse.
Paragraph: 8
Et
là
dove
dice
dell'
umano
officio
intendo
Line: 5
che
non
sapeano
vivere
a
buoni
costumi
e
non
conosceano
Line: 6
prudenzia
né
giustizia
né
l'
altre
virtudi.
Paragraph: 9
Et
Line: 7
là
dove
dice
che
non
manteneano
ragione
intendo
«ragione
»
Line: 8
cioè
giustizia,
della
quale
dicono
i
libri
della
legge
Line: 9
che
giustizia
è
perpetua
e
ferma
volontade
d'
animo
che
Line: 10
dae
a
ciascuno
sua
ragione.
Paragraph: 10
Et
là
dove
dice
«aguaglianza
»
Line: 11
intendo
quella
ragione
che
dae
igual
pena
al
Line: 12
grande
et
al
piccolo
sopra
li
eguali
fatti.
Paragraph: 11
Et
là
dove
Line: 13
dice
«cupiditade
»
intendo
quel
vizio
ch'
è
contrario
di
Line: 14
temperanza
;
e
questo
vizio
ne
conduce
a
disiderare
alcuna
Line: 15
cosa
la
quale
noi
non
dovemo
volere,
et
inforza
nel
Line: 16
nostro
animo
un
mal
signoraggio,
il
quale
nol
permette
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rifrenare
da'
rei
movimenti.
Paragraph: 12
Et
là
dove
dice
«nescitade
»
Line: 18
intendo
ch'
è
nnone
connoscere
utile
et
inutile
;
e
Line: 19
però
dice
ch'
è
cupidità
cieca
per
lo
non
sapere
e
che
non
Line: 20
conosce
il
prode
e
'l
danno.
Paragraph: 13
Et
là
dove
dice
«folle
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Line: 1
ardita
»
intendo
che
folli
arditi
sono
uomini
matti
e
Line: 2
ratti
a
ffare
cose
che
non
sono
da
ffare.
Paragraph: 14
Et
là
dove
Line: 3
dice
«misusava
le
forze
del
corpo
»
intendo
misusare
cioè
Line: 4
usare
in
mala
parte
;
ché
dice
Vittorino
che
forza
di
corpo
Line: 5
ci
è
data
da
Dio
per
usarla
in
fare
cose
utili
et
oneste,
ma
Line: 6
coloro
faceano
tutto
il
contrario.
Paragraph: 15
Ora
à
detto
lo
sponitore
Line: 7
sopra
'l
testo
di
Tulio
le
cagioni
per
le
quali
eloquenzia
Line: 8
cominciò
a
parere.
Omai
dicerae
in
che
modo
Line: 9
appario
e
come
si
trasse
innanzi.
This text is part of the
TITUS
edition of
Brunetto Latini, La Rettorica
.
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, Frankfurt a/M, 27.2.2010. No parts of this document may be republished in any form without prior permission by the copyright holder.