TITUS
Brunetto Latini, La Rettorica
Part No. 3
Section: 3
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Tullio.
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Et
così
me
lungamente
pensante
la
ragione
stessa
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mi
mena
in
questa
fermissima
sentenza,
che
sapienzia
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sanza
eloquenzia
sia
poco
utile
a
le
cittadi,
et
eloquenzia
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sanza
sapienza
è
spessamente
molto
dampnosa
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e
nulla
fiata
utile.
Per
la
qual
cosa,
se
alcuno
intralascia
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li
dirittissimi
et
onestissimi
studii
di
ragione
e
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d'
officio
e
consuma
tutta
sua
opera
in
usare
sola
parladura,
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cert'
elli
èe
cittadino
inutile
a
sé
e
periglioso
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alla
sua
cittade
et
al
paese.
Ma
quelli
il
quale
s'
arma
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sìe
d'
eloquenzia
che
non
possa
guerriare
contra
il
bene
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del
paese,
ma
possa
per
esso
pugnare,
questo
mi
pare
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uomo
e
cittadino
utilissimo
ed
amicissimo
alle
sue
et
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alle
publiche
ragioni.
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Lo
sponitore.
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Poi
che
Tulio
avea
dette
le
prime
due
parti
del
suo
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prologo,
sì
comincia
la
terza
parte,
nella
quale
dice
tre
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cose.
Imprima
dice
che
pare
a
llui
di
sapienzia,
infino
là
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dove
dice
:
«Per
la
qual
cosa
».
Et
quivi
comincia
la
seconda,
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nella
quale
dice
che
pare
a
llui
d'
eloquenzia,
infino
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là
ove
dice
:
«Ma
quello
il
quale
s'
arma
».
Et
quivi
comincia
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la
terza,
ne
la
quale
dice
che
pare
a
llui
dell'
una
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e
dell'
altra
giunte
insieme.
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Onde
dice
Vittorino
:
Se
noi
volemo
mettere
avacciamente
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in
opera
alcuna
cosa
nelle
cittadi,
sì
ne
conviene
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avere
sapienzia
giunta
con
eloquenzia,
però
che
sapienzia
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sempre
è
tarda.
Et
questo
appare
manifestamente
in
alcuno
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savio
che
non
sia
parlatore,
dal
quale
se
noi
domandassimo
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uno
consiglio
certo
nollo
darebbe
tosto
cosìe
come
se
fosse
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bene
parlante.
Ma
se
fosse
savio
e
parlante
inmantenente
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ne
farebbe
credibile
di
quel
che
volesse.
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Et
in
ciò
che
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dice
Tulio
di
coloro
che
'ntralasciano
li
studii
di
ragione
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e
d'
officio,
intendo
là
dove
dice
«ragione
»
la
sapienzia,
e
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là
dove
dice
«officio
»
intendo
le
vertudi,
ciò
sono
prodezza,
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giustizia
e
l'
altre
vertudi
le
quali
ànno
officio
di
mettere
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in
opera
che
noi
siamo
discreti
e
giusti
e
bene
costumati.
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Et
però
chi
ssi
parte
da
sapienzia
e
da
le
vertudi
e
studia
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pure
in
dire
le
parole,
di
lui
adviene
cotale
frutto
che,
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però
che
non
sente
quel
medesimo
che
dice,
conviene
che
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di
lui
avegna
male
e
danno
a
ssé
et
al
paese,
però
che
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non
sa
trattare
le
propie
utilitadi
né
lle
comuni
in
questo
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tempo
e
luogo
et
ordine
che
conviene.
Paragraph: 5
Adunque
colui
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che
ssi
mette
l'
arme
d'
eloquenzia
è
utile
a
ssé
et
al
suo
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paese.
Per
questa
arme
intendo
la
eloquenzia,
e
per
sapienzia
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intendo
la
forza
;
ché
sì
come
coll'
arme
ci
difendiamo
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da'
nemici
e
colla
forza
sostenemo
l'
arme,
tutto
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altressì
per
eloquenzia
difendemo
noi
la
nostra
causa
dall'
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aversario
e
per
sapienzia
ne
sostenemo
di
dire
quello
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che
a
noi
potesse
tenere
danno.
Et
in
questa
parte
è
detta
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la
terzia
parte
del
prologo
di
Tulio.
Paragraph: 6
Dunque
vae
il
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conto
alla
quarta
parte
del
prologo,
per
provare
ciò
ch'
è
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detto
davanti
et
a
conducere
che
noi
dovemo
studiare
in
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rettorica
per
avere
eloquenzia
e
sapienzia
:
e
sopra
ciò
reca
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Tulio
molti
argomenti,
li
quali
debbono
e
possono
così
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essere,
e
tali
che
conviene
che
sia
pur
così
e
di
tali
ch'
è
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onesta
cosa
pur
di
così
essere
;
e
sopra
ciò
ecco
il
testo
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di
Tulio
in
lettera
grossa,
e
poi
seguisce
la
disposta
in
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lettera
sottile
secondo
la
forma
del
libro.
This text is part of the
TITUS
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Brunetto Latini, La Rettorica
.
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